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E ora, un’inevitabile parola sui Grandi Confronti. Molti, all’uscita di Unbreakable, lo hanno molto leggermente paragonato a The Sixth Sense, probabilmente perché si aspettavano qualcosa di analogo. In generale, il tono dei commenti (e delle critiche, anche su riviste sedicenti "specializzate") era del tipo "Shyamalan tenta di bissare la formula de Il Sesto Senso, ma non ci riesce". Hm. E provare a considerare l’eventualità che non stesse provando a scrivere "Il Sesto Senso II: vedo la gente cattiva"? Dopotutto il signor Night non é un regista esordiente (scrive e gira film fin da ragazzino, sulle orme del suo guru Spielberg, e la sua prima opera distribuita nelle sale, Praying with Anger, risale al 1992). Anche qui c’è Bruce Willis? Sarà perché è bravo a recitare, quando lo dirigono bene (Twelve Monkeys docet). Anche qui c’è una coppia in crisi, e un bambino che ne sa più degli adulti? La filmografia di Shyamalan (di nuovo, come quella di Spielberg) ha genitori divorziati e bambini saggi ad ogni angolo: Joseph "vede" i talenti nascosti di suo padre, Cole vede "la gente morta", Joshua Beal in Wide Awake mostra una consapevolezza quasi adulta (e William Denborough e la sua ghenga di Perdenti vedono pagliacci e palloncini nelle fogne di Derry, Maine... Qualcuno per favore metta in mano a Shyamalan It di Stephen King e lo costringa a farne un film, o una trilogia, magari, che ultimamente va di moda!). The Sixth Sense è una storia di fantasmi alla vecchia maniera, Unbreakable è un film di supereroi alla nuova maniera (...già che ci siamo, insieme a It passategli anche Watchmen, ché non si sa mai): perché dovrebbero essere così disperatamente uguali? Vatti a fidare dei pubblicitari... Il secondo Grande Confronto, questo invece tutto circoscritto alla comunità dei fumettofagi, è quello con gli altri film del genere (in primis il quasi contemporaneo X-Men). Anche qui, ribadisco: se volete azione leggete Wolverine o Doonesbury? Se volete toni poetici e introspezione leggete Gaiman o Charles Shultz? Se volete sghignazzare preferite Rat-Man o L’Uomo Che Si Allunga a... voglio dire, i Fantastici Quattro? Ci sono fumetti e fumetti, film e film, e intersezioni diverse di generi diversi. E con questo, la difesa ha finito. Articolo di Matteo "Abe Zapruder" Scarabelli, con il supporto |
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