Come è possibile che individui appassionati di libri horror e film hard-boiled, ammiratori di Preacher o Sandman, magari ferventi sostenitori di capolavori cupi e violenti come The Dark Knight Returns o Watchmen e in più con l'aggravante di una propensione al romanticismo praticamente nulla, possano poi appassionarsi per ventisette lunghi mesi alle vicende di uno studente squattrinato che si innamora di una vedova?

L'unica riposta che si può dare è: magia.

Ebbene sì, Maison Ikkoku riesce a stregare la persona che lo legge, tessendo un incantesimo dal quale non si può essere liberati. Il difficile però è capire come riesca a compiere un simile prodigio.

Tanto per cominciare la trama è così semplice da risultare quasi banale: uno studente (Yusaku Godai) giunge in un pensionato (la Maison Ikkoku) gestito da una giovane vedova (Kyoko Otonashi) e ben presto se ne innamora perdutamente. Da qui in poi si assiste ad una lunghissima serie di tentativi da parte di Godai di confessare il suo amore alla bella Kyoko e di dimostrare a se stesso di esserne degno.Ma tali tentativi saranno sempre vanificati dal suo carattere poco deciso, da vicini troppo invadenti e dall'immancabile rivale amoroso.

Persino il triangolo Lui-Lei-L'Altro non porta niente di nuovo. Il rivale in questione è l'affascinante istruttore di tennis, Mitaka. Si ripropone il classico confronto, visto e rivisto, tra il protagonista buono e sfortunato ed il rivale ricco e smaliziato; situazione peraltro assai simile al modello Ataru-Lamù-Mendo in Lamù, la ragazza dello spazio (altra famosa opera della Takahashi) o, senza andare troppo lontano, al triangolo Paperino-Paperina-Gastone di disneyana memoria.

Allora la qualità del lavoro non sta chiaramente nel "cosa succede" bensì nel "come succede".

Maison Ikkoku è un fumetto che parla di sentimenti forti e puri, con un candore ed una semplicità sempre più rari e per questo ancora più preziosi. Non voglio lanciarmi in una noiosa critica di quanto sia frenetica la vita dei nostri giorni, di come tutti corrano e vivano persino le storie sentimentali con il pedale dell'acceleratore schiacciato; piuttosto voglio invece evidenziare quanto sarebbe meglio, almeno in certi campi, avere la pazienza di fermarsi, capire e capirsi.

-=segue=->

[=1=] - [=2=] - [=3=] - [l'autrice] - [note]

Il design del sito è ©2001 di Matteo Scarabelli. I contenuti del sito sono © dei singoli autori. Eventuali opinioni espresse dai singoli autori non sono necessariamente condivise dai manutentori del sito.

Le immagini, testi, personaggi e loro caratteristiche distintive tratti da fumetti, film o quant'altro sono © e TM degli aventi diritto, e sono utilizzate a corredo di commenti e recensioni entro i limiti del "fair use".