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L'unica riposta che si può dare è: magia. Ebbene sì, Maison Ikkoku riesce a stregare la persona che lo legge, tessendo un incantesimo dal quale non si può essere liberati. Il difficile però è capire come riesca a compiere un simile prodigio. Tanto per cominciare la trama è così semplice da risultare quasi banale: uno studente (Yusaku Godai) giunge in un pensionato (la Maison Ikkoku) gestito da una giovane vedova (Kyoko Otonashi) e ben presto se ne innamora perdutamente. Da qui in poi si assiste ad una lunghissima serie di tentativi da parte di Godai di confessare il suo amore alla bella Kyoko e di dimostrare a se stesso di esserne degno.Ma tali tentativi saranno sempre vanificati dal suo carattere poco deciso, da vicini troppo invadenti e dall'immancabile rivale amoroso.
Allora la qualità del lavoro non sta chiaramente nel "cosa succede" bensì nel "come succede". Maison Ikkoku è un fumetto che parla di sentimenti forti e puri, con un candore ed una semplicità sempre più rari e per questo ancora più preziosi. Non voglio lanciarmi in una noiosa critica di quanto sia frenetica la vita dei nostri giorni, di come tutti corrano e vivano persino le storie sentimentali con il pedale dell'acceleratore schiacciato; piuttosto voglio invece evidenziare quanto sarebbe meglio, almeno in certi campi, avere la pazienza di fermarsi, capire e capirsi. |
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