Nel 1981, quando negli USA uscì Daredevil 168, Frank Miller non era ancora il mostro sacro che è oggi, ma era conosciuto solo come disegnatore di pochi numeri dell'Uomo Ragno e dello stesso Daredevil. Fu in questo ciclo di Daredevil (dal n. 168 al n. 191), che nacque la leggenda personale di Miller.

A livello di disegni, il tratto di Miller è scarno ma già estremamente personale ed efficace, e nel taglio della vignetta e nella ricerca di giochi di luci e ombre l'autore dà il meglio di sé.

Anche il layout di pagina è innovativo; tavole con vignette polverizzate e caratterizzate da dialoghi brevi o interrotti in piccoli frammenti. E le scene prive di dialoghi risultano sempre pertinenti e mai semplici concessioni al "mestiere" (la scena in cui Bullseye uccide Elektra è da storia dei comics).

Miller è grande nel porre la massima attenzione nella caratterizzazione di tutti i personaggi. Non solo i protagonisti, ma anche i comprimari non vengono mai liquidati con sufficienza o banalità, anche quando trattati per poche vignette.

A livello di singola storia, nell'intero ciclo spicca sicuramente "L'Ultima Mano". La caratterizzazione di Bullseye, l'insistere nei primi piani del suo sguardo fisso e paranoico (particolare questo che tornerà anche in "Roulette", l'episodio che concluderà questa prima esperienza di Miller sul Diavolo Rosso), la scena che ritrae Elektra affranta dopo che Foggy (che lei sta per uccidere) le ha ricordato l'amore di Matt, sono tutte scelte calibrate e distribuite nella storia con grande senso della misura.

Oltre che per il suo valore artistico questo blocco di episodi ha un'importanza enorme dal punto di vista filologico. In un solo colpo Miller ha rilanciato Daredevil, creato Elektra e riscritto Kingpin non più come un semplice mafioso obeso, ma come un monumento criminale, liberandolo da quegli accenti kitsch che avevano in passato contraddistinto il personaggio (come il fermacravatta che emetteva gas tossici...). Ed è in questa saga che Devil lascia quell'ambientazione un po' ingenua che l'aveva caratterizzato (come molti supereroi suoi "coetanei", del resto), vedendo trasportate le proprie storie verso il filone noir e urbano.

Da questo blocco di episodi di Daredevil, estrapolando tutti quelli in cui appariva la bella ninja greca, nacque "Elektra Saga" (in Italia su Marvel Mega 6/7 della Marvel Italia). Ma, nonostante questa operazione sia stata direttamente seguita dallo stesso Miller, il pur pregevole risultato non è paragonabile alla saga nella sua interezza, pertanto ne consiglio a tutti la lettura integrale (in Italia su Fantastici Quattro Star Comics 1/7 e 9/25).

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