Frenetico!
di Faith Persiano

"Ehi, ragazzo! Mi sembra che tu vada piuttosto di fretta!".
Sentite queste parole Matt alzò lo sguardo verso la montagna di lardo che gli stava davanti, e vide una faccia sogghignante che lo fissava con occhi divertiti.
"Potresti almeno guardare dove corri, sai?"
Matt si alzò, digrignando un "vaffanculo, ciccione!", e riprese la sua corsa verso la metropolitana. Prima di entrare nel vagone ebbe solo il tempo di sentire il ciccione gridare una serie d'insulti contro i fottuti parassiti che infestavano la sua bella città.
"Certo, vecchio porco, devi proprio ringraziare il tuo Dio per la tua bellissima città di merda e maledire il diavolo per i fottuti parassiti che la abitano. E mi raccomando, non guardarti mai allo specchio, o potresti pure pensare che tu non sei meglio di loro!"
Mentre pensava che forse il diavolo somigliava proprio ad uno degli ubriaconi intolleranti che aveva incontrato nell'ultima mezz'ora, notò uno sguardo di disgusto nella donna che era seduta davanti a lui.
Guardandosi nel riflesso del finestrino pensò a com'era caduto in basso rispetto a due giorni prima: i suoi capelli cascavano sul viso in lunghe ciocche unte che lasciavano appena intravedere il suo occhio destro, quasi completamente chiuso per la botta presa poco tempo prima. "E adesso dove cazzo la trovo una bistecca?".
Una vecchietta gli prese la mano e gli diede una banconota da cinquemila lire. Matt la fissò con uno sguardo sorpreso, poi si lasciò ricadere sul sedile e sospirò. "Rassegnarsi...".

"Ho assolutamente bisogno che mi ospiti in casa tua per un po' di tempo, Hollywood!"
"Ciaaaoo, Matt"
"Dai, sono nella merda fino al collo; non puoi proprio immaginare quanto."
"Mi casa es su casa, amigo."
"Te ne devo una..."
"Non ti preoccupare, oggi mi sento generoso"
"Hollywood?"
"Si?"
"Se provi a toccarmi t'ammazzo."
"Tranquillo, oggi proprio non se ne parla di fare sesso."
"Grazie al cielo!"
Matt si avvicinò al divano e si sdraiò, rimanendo immobile per qualche secondo a fissare il soffitto. Dopodiché si mise seduto e cominciò a svuotarsi le tasche del giubbotto, posando alcuni oggetti sul tavolino che gli stava davanti.
"Matt, ma quella è una pistola!"
"Te l'avevo detto che sono nella merda."
"Cosa ti è successo?"
"Non vuoi saperlo!"
"Scusa un attimo: arrivi a casa mia alle undici di sera, - con un occhio pesto, vedo - ti stabilisci qui a tempo indeterminato, mi tratti come se fossi un qualsiasi schifosissimo frocio e mi tiri fuori una pistola automatica come se niente fosse. CI PUOI SCOMMETTERE IL CULO CHE VOGLIO SAPERE COSA CAVOLO STAI COMBINANDO!"
"La mafia mi sta cercando"
"COOOOSAAA?"
"Sì, in effetti 'mafia' è eccessivo. E' più giusto 'malavita'.
"Senti, la faccio corta. Ho... contribuito a mandare dentro quello stronzo di Simeone, e la cosa non è piaciuta troppo a qualche suo amico."
"E tu hai pensato di venire a rifugiarti qui?"
"Stai tranquillo, non mi hanno seguito."
"COME fai a saperlo?"
"Perché in teoria dovrei essere morto."
"Certo! Checcoglione sono a non pensarci da solo!"
"HA HA HA!!! Senti che storia: arriva questo tipo nel mio ufficio,
"io mi alzo,
"lo guardo
"e gli dico 'buon giorno'. Lui mi dice solo una parola: 'Simeone';
"giuro che non sapevo cosa fare, ero paralizzato dal terrore. Allora m'inginocchio, lo prego piangendo come un bambino di lasciarmi andare e lui mi guarda, sghignazza e dice: 'No, devi morire'."
"E poi?"
"E poi non so come, ma sono riuscito ad atterrarlo con un colpo basso - se capisci cosa intendo - gli ho preso la pistola e l'ho ammazzato.
"A sangue freddo.
"La forza della disperazione, credo.
"Poi sono scappato via dall'ufficio e sono stato un po' in giro. Per capire cosa fare. Ho comprato dei vestiti in un negozio da quattro soldi, e alla fine ho pensato di venire qua da te."
"OCCAZZO!"
"Puoi dirlo forte!"
"L'ho già fatto."
"Simpatico!"
"Hai una sigaretta?"
"Sì, ne fumo una anch'io."
-silenzio-
"Ma che cristo, sembra roba di Miller!"
"Henry o Arthur?"
"Frank, stronzo!"
"Chiaro!"
"Matt?"
"Sì?"
"Forse non è sconvolgente come quello che è successo a te, però..."
"Sì?"
"Anche a me è arrivata una notizia mica tanto bella..."
"Dai Holly, spara!"
"...ho preso il virus."
"Merda..."

Quella notte Matt non riuscì a dormire fino a tardi. Il che era già qualcosa in confronto a quella prima.
La notte precedente era stato in una misera bettola in compagnia di qualche scarafaggio, un portacenere nauseabondo e fastidiosi, in sottofondo, i rumori ritmati di una scopata interminabile. In quel motel sperava di poter restare tranquillo per alcune ore; ma la tranquillità era un lusso che non si poteva più permettere: negli ultimi due giorni la sua condizione normale era adrenalina pura, e stranamente questo gli piaceva.
Gli piaceva tanto.
Si stupiva ancora della sua lucidità e del fatto di essere scampato al killer: spesso in quei giorni gli erano tornate in mente le strane cose che suo padre gli diceva poco prima di andarsene.
Lo guardava in modo molto serio: "Matteo, il mondo là fuori è duro, ma un uomo è messo veramente alla prova solo quando tutto ciò che ha gli viene tolto; io sono stato fortunato, perché a me non è mai successo, ma tu... Stai attento!".
"E io che pensavo fosse una delle sue solite stupidaggini !E' pazzesco! Sarei quasi tentato di pensare che portasse sfiga."
Quasi da subito la soluzione più ovvia era parsa quella di rifugiarsi da Hollywood, ma aveva preferito girare per un po' in alcuni posti dove ottenere qualche notizia utile - più che altro una conferma- su chi gli aveva organizzato il gradito incontro con il suo carnefice: in fondo c'è sempre qualcuno che deve un favore ad un avvocato.
Uno di questi qualcuno era Hollywood, che aveva avuto dei problemi con la polizia a causa della sua omosessualità e della sua abitudine di alzare il gomito: agli sbirri piaceva arrestarlo per ubriachezza molesta e poi sbatterlo in una cella con un paio di bei maschioni. La prima volta che Matt lo aveva visto era ridotto proprio male.
"Queste cose mi hanno sempre fatto incazzare."
La prima cosa che aveva chiesto a Riccardo Farina era perché si facesse chiamare Hollywood.
"Avvocato, non dirmi che non hai mai sentito nulla dei Frankie Goes To Hollywood!"
Lo aveva sempre fatto ridere, il vecchio Holly; era il suo modo di prendere la vita così come veniva, con ironia, ad essere veramente irresistibile. Stavolta, però, era troppo anche per lui: cercava di focalizzarsi sull'ironia del fatto che fosse stato infettato l'unica volta che era andato a letto con una donna, ma non lo trovava affatto buffo.
Più volte lo aveva ammonito sull'instabilità della sua situazione: di smettere di bere, o almeno ridurre; ma il geniaccio, evidentemente, non aveva ritenuto opportuno dar retta ai suoi consigli. E adesso nelle loro vite si era presentato un ulteriore pacchetto chiavi in mano di irrisolvibili problemi: se Matt rischiava di essere ucciso da un giorno all'altro, Holly andava incontro ad una lenta e dolorosa fine.

"Matt, c'è una cosa che ti vorrei chiedere... Si, insomma, con tutte le conoscenze che hai, potevi anche andare alla polizia, vedere se ti potevano dare- che so io- una protezione come quella che si vede nei film americani..."
"SCUSA, SONO AL CESSO! NON TI SENTO!"
"Non mi stupisco più."
"COSA?!"
"PERCHE' CACCHIO NON SEI ANDATO ALLA POLIZIA?"
"...Non mi fido granché ", disse Matt uscendo dal bagno con solo un asciugamano attorno alla vita.
"Come sarebbe, scusa ? Se non ti fidi della polizia tu che sei un avvocato, siamo tutti tranquilli!"
"Proprio perché sono un avvocato..."
"Andiamo bene!"
"La verità, Holly, è che non so da che parte sbattere la testa. Non penso che gli sbirri siano in grado di offrirmi alcun tipo di garanzia; questa è gente che per farti saltare in aria imbottisce d'esplosivo tutta l'Autostrada del Sole!"
"D'altra parte, però, non puoi pensare di scappare per sempre!"
"No, ma posso scappare lontano! Da un po' di tempo stavo progettando di fare una vacanza in Messico: penso che sarà una permanenza piuttosto lunga."
"Amico, questa sì che è un'idea! Se devo morire voglio farlo mentre cerco di raggiungere il Mess..."

BLAM!!

Il viso di Matt si irrigidì in una smorfia indescrivibile, coperto di sangue e della materia cerebrale del suo amico: Holly non era riuscito a finire la frase, che un proiettile gli aveva perforato la nuca per uscire da un buco largo un palmo situato proprio nel centro del suo viso.
......sangue..........buco........sangue.....Holly....buco..sangue.sparobucosanguesparobucosanguesanguesanguesparosanguesangueSANGUESANGUESANGUE
IL VIRUS!!!
Corse a lavarsi in bagno: Holly aveva contratto il virus, e l'occhio di Matt non era ancora perfettamente guarito. Disinfettò le ferite, agendo come in uno stato ipnotico, meccanicamente. Poi tornò nell'altra stanza, guardò il cadavere mutilato del suo amico e crollò sulle ginocchia.
"Cristo, Holly... NO!!!"
La disperazione ebbe l'effetto che più giorni di tensione non avevano avuto, e il corpo di Matt non fu più in grado di reggersi in piedi.
E con il fisico venne meno anche la mente.

"Cristo, lasciatemi dormire!"
Inutile: un rumore assordante, tortura per le orecchie.
Il telefono: allunga la vita, ma è una rottura erogena che molti preferirebbero evitare.
"Pronto?"
"Ciao, avvocatino, come va?"
Al suono di quella voce la realtà si fece strada nella mente di Matt con la forza di un sonoro schiaffo.
"Dimmi cosa vuoi, figlio di puttana!"
"Nulla. Solo che pensavo al fatto che un avvocato che nasconde prove determinanti per il destino del suo cliente é un avvocato che non svolge il suo lavoro con passione."
"Bastardo!"
"Avvocato! Mi offendi!"
"Mollami, delinquente! Mollami o faremo scintille,
"l'uno contro l'altro,
"i miei amici contro i tuoi."
"Che idea classista e conformista! Chiedi a quel frocio del tuo amico cosa ne pensa di questa storia! Oh, ma forse non vuole parlare al telefono, vero? Beh... Pazienza! Comunque salutamelo..."
"Pagherai per questo, fidati!"
"Non esagerare, avvocato. Non sei mica Bruce Willis!"
"Vaffanculo!"
Non ebbe nemmeno il tempo di abbassare la cornetta, che il rumore di una gran botta lo fece voltare di scatto.
"Fermo! Non ti muovere!"
In un attimo quattro uomini in nero lo immobilizzarono.
"Pensavo che in un arresto gridaste 'mani in alto!'"
"Noi gridiamo quello che vogliamo, stronzo! Adesso vieni con noi!"

"Buongiorno!"
"E' sera"
"Come?"
"Ho detto che è sera: sarebbe più corretto dire 'buonasera'."
"Senta, sono ore che sono chiuso in questa stanza, e ho perso il conto delle volte che ho raccontato la mia storia. Le sarei molto grato se non puntualizzasse i miei errori lessicali!"
"Capisco che lei sia nervoso, tuttavia la prego di non agitarsi."
Con queste parole, si sedette di fronte a Matt un altro poliziotto. Era un uomo alto ed austero, di un'eleganza sobria e dalla voce roca. Figura snella ma solida.
La sua presenza dava a Matt una sensazione di disagio. Era diverso dagli altri quattro idioti che lo avevano interrogato prima.
E odorava di fumo.
"Vorrei una sigaretta..."
"Spiacente, qui non si fuma."
"Chissà che direbbe Sharon Stone al mio posto..."
"Provi ad accavallare le gambe!"
"Moooolto spiritoso!"
"Già...
"Mi ascolti bene: la sua posizione non è molto chiara..."
"Che razza di espressione! E' come dire 'fratello mio sei nella merda'."
Il poliziotto fulminò Matt con un'occhiata.
"...e non può nemmeno permettersi di scherzare."
Fece una pausa e si accese una sigaretta.
"Abbiamo dato disposizioni di effettuare accertamenti sul cadavere."
"Mmmmhh."
Un tiro.
"Cosa ci faceva a casa di un omosessuale di dubbia fama?"
"Eravamo amici.
"E non mi piace 'dubbia fama'.
"Scusi, ma perché lei sta fumando?"
"Cazzi miei."
Un altro tiro.
"Lei è omosessuale? Voglio dire, andava lì a farselo succhiare o cosa?"
"O cosa."
"Cosa?"
"O COSA!"
"Scopavate, vero?"
"Senta, io non vorrei sembrare presuntuoso, pretendendo di insegnarle le nozioni fondamentali di una perfetta e tollerante convivenza sociale, ma terrei a specificare che Riccardo Farina era un mio cliente e grande amico. E basta. Se lei non riesce a recepire questo modesto concetto, non deve fare altro che dirlo: ho un amico psichiatra che..."
"Vaffanculo, ragazzino! La tua cazzo di parlantina da avvocato non mi frega, puoi essere bravo, bello, frocio o meno, ma non pensare che io mi faccia insegnare qualcosa da uno che difende un mafioso come Simeone!"
"Non sai cosa stai dicendo!"
"DAMMI DEL LEI, STRONZETTO!!"
Matt abbassò lo sguardo. Lo irritava da morire, ma, pur non sapendo perché, l'uomo che lo insultava gli instillava un timore reverenziale sconosciuto. Nel suo lavoro aveva tenuto testa - a parole - a tutti i più brutti ceffi della città, ma quell'Al Pacino all'amatriciana era riuscito a sgridarlo.
Adesso gli camminava intorno.
Ancora un tiro.
"Perché l'hai ucciso?"
"Ma cazzo! Non penserà mica che io ci caschi, vero?
"A quest'ora la polizia scientifica ha di sicuro già riscontrato che il proiettile è entrato dalla finestra."
Dolore: non arriva subito, ma è preceduto da una sensazione di forte calore epidermico.
In compenso lo schiaffo che aveva colpito il viso di Matt aveva proprio centrato il suo occhio pesto.
Beffa e danno.
"Mani pesanti, lo sai che ti posso denunciare per questo?"
Un 'altra sberla ben assestata; questa volta un rovescio, dall'altro lato del viso.
E' il sapore che ti lascia in bocca il segnale che il tuo corpo non funziona bene, il segno di violazione, la serratura scassinata.
Dolce. Quasi affettuosa l'abbondante salivazione.
Uno sguardo al duro. Duro. Con gli occhi lucidi per il dolore che arriva.
Sorpresa! La sigaretta. La brace ancora arde viva tra le dita dello sbirro. Com'è possibile?
Incredibilmente il poliziotto era riuscito a dargli due schiaffoni senza spegnere la sigaretta.
Con un movimento impercettibile era riuscito a farla roteare su se stessa e tra le sue dita, di modo da avere sempre l'estremità accesa coperta dietro la mano.
-cazzo, ci potrei riuscire anch'io, con tutto il tempo che ha avuto.
Un modo come un altro per scrollare la cenere- pensò Matt.
Doveva essere così. Non aveva bruciature in viso. Una macchietta di sangue sul filtro. Il duro la tocca con la punta della lingua.
Diede un ultimo tiro e spense la sigaretta.
La cosa che lo mandava maggiormente in bestia era che tutto sommato quello sbirro, che aveva due ferri da stiro al posto delle mani, aveva qualcosa di estremamente, nervosamente familiare: la stessa autorità di suo padre.
"APRI BENE LE ORECCHIE, LURIDO FROCETTO:
"Primo: ti ho già detto di darmi del LEI.
"Due: non puoi neanche immaginare quanto fastidio mi dia la tua stronza supponenza.
"Tre: puoi anche provare a denunciarmi, ma non hai testimoni, e un'intera squadra ti ha visto entrare qui con il viso già pesto. Non so se vedi troppi film americani, ma sappi che se ti stupisci di quello che accade lì, non hai una minima idea di quello che riusciamo ad inventare nel nostro Paese. Per raggiungere i fini della legge. O i nostri. Che è lo stesso.
"Vedi, quindi, che non hai speranze!"
"Mi ascolti bene: sono perfettamente al corrente di ciò che accade qui;
"dopo tutto sono un avvocato.
"Il migliore sulla piazza, dicono.
"Ora vorrei sapere se ci sono dei capi d'imputazione a mio carico - cosa di cui dubito - e quali sono. Altrimenti temo proprio di dovermene andare, visto che ho già detto tutto ai suoi colleghi."
Il poliziotto guardava Matt dritto negli occhi.
Uno sguardo fermo ed intenso.
Indagava.
Ma Matt non aveva più paura, ora, di sostenere quello sguardo: sapeva, infine, di essere disposto a portarla avanti da solo fino alla fine;
e conosceva i suoi diritti.
"Ci sarebbe il cadavere trovato nel tuo ufficio."
"Cadavere? Quale cadavere?"
"Sei troppo furbo, bambino!
"Posso riempire tutta questa stanza di capi d'imputazione."
"Ma non lo farà.
"Dovrebbe inventarseli, e mi pare stanco almeno quanto me."
"Già, ma non credo alla storia che la pistola fosse del tuo amichetto."
"Mi dispiace. Non sai quanto."
"Non dovresti fare il duro con me, ragazzo.
"Mi sono fatto una mezza idea di quello che è successo al processo."
"Quello è il mio lavoro, e se devo pagare per quello che ho fatto... non sono disposto a farlo in questa sede."
"Non sei disposto a farlo in questa sede? Signore Misericordioso! Questa è una questura! Se non qui dove? Sei una persona qualunque, non un santo, ragazzo!"
"Ho già fatto i conti con la mia coscienza.
"E l'ho sepolta!
"Ne sono uscito vincitore."
Ora era Matt che fissava profondamente l'uomo davanti a lui.
Il poliziotto distolse lo sguardo.
Tamburellava con un dito sul tavolo, perplesso.
"Che il Signore ti perdoni, ragazzo!"
Pausa di silenzio.
"Ora me ne vorrei andare.."
"E dove?"
"Non lo so. E in ogni caso non sarei così scemo da dirtelo, fidati."
E il 'tu' era passato.
"Non ti allontanare dalla città.
"Potremmo cercarti..."
"Forse no."
"Senti, vattene prima che ti molli un altro schiaffone."
Matt si alzò e fece per uscire dalla stanza maleodorante.
Sulla porta si voltò.
"Non ha tempo."
"Cosa?"
"Dio. Per noi non ha tempo."
"Neanch'io per Lui, con tutte le scartoffie che stanno sulla mia scrivania, e il fatto che devo stare incollato alle tue chiappe. Immagino che così siamo pari."
"Già, pari.."

La strada.
Un posto osceno.
Un formicaio di gente che continua a formicolare discorrendo di tutto e importandosene di niente.

E' proprio nel momento in cui sei circondato da migliaia di persone, che ti senti più solo.

Puoi svuotare la tua mente, e lasciare tutta l'attenzione alle tue orecchie.
Ma non sentirai niente.
Piccoli niente che discorrono di niente.
"...ha detto che ti saluta. E' andato al concerto di..."
"...e allora gli faccio: 'Senti, non mi frega niente se sei il mio capo. Usciamo di qua e vedrai se..."
"...non lo sopporto, non ha mai voglia di fare un..."
Sempre più lontano tu, sempre più niente loro, sempre più niente tu.
Sempre più solo.

"Cazzo, mi hanno ucciso l'unico amico disinteressato che avevo."

Ma in fondo la solitudine non è nulla di eccezionalmente strano.
E' solo incomprensibilmente agrodolce.
Una sofferenza come un'altra.
Uno sferico spazio vuoto all'interno del tuo cervello contro cui rimbalzano tutti i tentativi di scacciare i tuoi rimorsi.
Tutti abbiamo dei rimorsi.
Matt ne era sommerso.
Ma era cosciente di ciò, della non normalità del suo avere così tanti rimorsi, del suo venire costantemente a patti con la sua professione. E soprattutto era cosciente del fatto che questa tendenza si era insediata anche nella sua vita privata.
Suo padre, i suoi amici cacaziretti pieni di merda e di tanta fiducia in se stessi, le sue donne vuote, tutti pallidi riflessi del futuro che si aspettava un giovane dotato e intelligente.
Così un giorno ci aveva provato;
un grande processo, il più grande: un fottuto pezzo grosso da difendere.
Un fottuto mafioso.
Qualcosa di grande.
Grandissimo.
Si può rendere tutto ancora più importante, ancora più grandissimo.
Un'occasione unica.
Bastano un po' d'incoscienza e due testicoli enormi.
E la voglia di sfuggire ad una noia mortale.
"Non sono un eroe. Non sono un eroe. Non sono un eroe. Non sono un eroe. Non sono un eroe. Non sono un eroe."

Solitudine e rimorso. Possono tormentarti fino ad ucciderti, se non ci stai attento. Ma nessuno ci fa mai caso. In tutti noi è insita una malsana voglia di soffrire, di trastullarci con questo mostro pericoloso che si chiama dolore. Non è amore per il rischio. E' solo un dolce autocommiserarsi.
Un dolce dolore.
Morderti la lingua e sentirne il sapore.

L'ospedale ha un odore insolitamente affascinante.
Ogni volta che inali un poco d'aria, la sensazione di un gusto dolciastro sulla punta della lingua.
Poi, però, quando pensi che quello è odore di disinfettante il fascino scompare in fretta. E poi ti sei appena stupidamente morso la lingua. Che coglione.
"Chissà perché mi perdo sempre in queste divagazioni mentali.
Come se non avessi nulla di cui preoccuparmi.
- Seghe -
Ne ho un pacco al culo e non so che DIAMINE fare.
- Seghe mentali -
Sto pure smettendo di dire le parolacce.
Ma pensa che stronzo!"

"Ma che fai, Matteo, parli da solo?"
"Ciao, Carla. Scusa, è lo stress dell'uomo in carriera."
"Cosa cerchi?"
"Ho lasciato una cosa nell'ufficio di papà.
"Ex ufficio.
"E' ancora vuoto?"
"Sì, ma ancora per poco. Il nuovo urologo arriverà tra qualche giorno. Due, tre al massimo."
"Grazie."
"Se non avessi la testa attaccata al collo..."
"Sì, sì. Pensa se ce l'avessi attaccata all'ucc..."
"Matt!!"
"Ciao."

"Ah papà, sempre a toccare i gioielli di famiglia della gente!
"Ma come facevi a non parlarne mai? Chissà quanti ne hai visti, cavolo; che grande esperienza andata perduta...
"Se sapessi cosa ho nascosto nella tua cassaforte!"
Aprì la porta dell'ufficio.
"Magari adesso ti stai divertendo come un matto.
"Con qualche diavolaccia."
Accese la luce.
"CRISTO!"
Un gatto saltò giù dalla scrivania.
"Ma in che ospedale lasciano entrare un gatto, cazzo?"
"Quello in cui lasciano entrare un mafioso.
"Avvocatino."
"CRISTO!"
La mano corse immediatamente a cercare la pistola. - Cazzo, sto diventando un nuovo Clint Eastwood -
"Ce l'hanno gli sbirri, avvocatino."
"Sparami, bastardo.
"Non avrai mai quella foto."
"Ohhhhh!
"Un duro!
"JIMMI!"

BLAM!!

Matt si accasciò a terra, mentre la sua gamba dava fiotti di sangue.
Rosso.
"Vedi, il piano è deserto: ho, come dire, 'licenziato' gli addetti.
"Un peccato, vero, che papino volesse lavorare nei sotterranei?
"Due o tre donne.
"Ho fatto in fretta."
"CAZZO; TI DO' LA COMBINAZIONE!
"E' qui, su questo foglio."
"Oh, grazie, ma vedi, non era necessario.
"Frankie, il mio ragazzo, qui, ha tutto un campionario di acidi corrosivi.
"L'ultima moda.
"Comunque apprezzo il gesto, sai?"
"Lasciami andare, TI PREGO!"
"No, miseriaccia, non posso proprio."
"Ti prego!" disse Matt con voce sommessa.
Piangeva e singhiozzava come un bambino.
"Oohhh, Billi, il duro si è sciolto!"
"Come un bambino, capo!"
"Vedi, avvocato, a Simeone non va giù che qualcuno lo voglia inchiappettare.
"Lo sai che potevi farmi uscire pulito da quel cazzo di aula del tribunale. La foto te l'avevo data io. Guarda che bella, Frankie, guarda. Il ragazzo fatto di erba che sta sopra il cadavere della biondina che mi ha fatto tanto divertire.
"E che Cazzo! Ho spezzato le gambe ai suoi due amici per ottenerla!"
"Il giudice non lo avrebbe mai accettato"
"Minchia, avvocato, ma tu che cazzo ne sai. EH?
"Duecento milioni gli ho dato, a quel porco di giudice!
"Era tutto fatto, pulito, sicuro.
"La ragazza è morta in coma, il coltello era sparito - minchia cosa non ho fatto col coltello, eh Frankie?
"Ma tu no! Tu volevi giocare a mandare in galera Simeone; a fottere il mafioso!
"BRAVO!
"E adesso io ti ammazzo!"
"No!"
"SI'.
"Ma lo sai che casino ho dovuto fare per scappare dal furgoncino penitenziario?
"DIECI.
"No, QUINDICI ne ho dovuti ammazzare!
"E adesso ti faccio il servizio anche a te.
"E poi ammazzo anche il giudice, che mi ha rotto i coglioni.
"E poi scappo.
"'Latitante'
"che ti pare? EH, CHE TI PARE? TI PIACE L'IDEA?
"Jimmi, Frankie!"
"Capito, capo!" in coro.
"Hai ucciso nostro fratello!" in coro.
Matt aveva smesso di piangere. Non ne aveva più la forza. Ormai versava in uno stato di disperazione così profondo che non aveva più paura. Una comica figura gli si parava davanti: un tozzo quattrocchi con le mani sui fianchi faceva ondeggiare l'indice per illustrare il da farsi a due bestie, due energumeni che avevano barattato il cervello per una tanica di steroidi.
Disperazione tranquilla, rassegnata. E uno spettacolo grottesco per il condannato, che si faccia l'ultima risata. E grazie boia.
- un fumetto underground -
"Cantavate assieme in chiesa?"
Un cazzotto così forte non lo aveva mai preso.
Eppure di botte negli ultimi giorni ne aveva prese tante.
"La vedi questa? - Billi gli mostrò una siringa- E' un campione del sangue del tuo amico ricchione. Ne vuoi un po'?"
Una voce da dietro: "No, Billi, meglio una sana lezione di bottologia.
"Lenta.
"E fino alla fine."
"Peccato, sai? - disse Frankie - L'abbiamo presa nella sala autopsie. Proprio qui di fianco"
"Ciao, avvocatino!"

AHI, Cristochemale. Ma perché cazzo l'ho fatto. URGH. Voglio dire, ho sempre vissuto bene anche AH senza apprezzare quello cheAHia facevo, GRGHH, anche scendendo a comproAHmessi - ,nonèvero - Ahia, anche con persone nauseanti - nonèverocazzo - MA ALMENO VIVEVO, CRISTO ora AHIA, - questol'hosentitodavvero - sto per morire. - telomeritistronzopensaci - Non è vero avrei risparmiato vite - perché? - fatto ciò che è giusto - tuchicazzosei? - Non lo so, però l'ho fatto e mi sembrava giusto - questoègiusto! - Non sento più niente. - seimorto - non è vero il mio cervello funziona - mailresto? - non lo so sento in bocca un gusto strano caldo bagnato checavolosonoquestecosechestomasticando?nonhomangiatopergiorniCavoloadessomimettoanondirepiùparolacce CAZZO SONO I MIEI DENTI saràlapauradidiodoveseidio?nonvedolucisentosolorumori Mammaifuochiartificiali! Noamoresonospari! SPARI? Mammamisparanopure! Noamore nonate aprigliocchi! Ma sono PESANTI! APRILI STRONZO! Mamma?

"SIMEONE, BASTARDO! SMETTILA E VIENI FUORI!"
"COL CAZZO, SBIRRODIMMERDA, PIUTTOSTO MI FACCIO AMMAZZARE"

-Al Pacino all'amatriciana, quello che prendeva per il culo Holly.
mamma ti vorrei far conoscere Holly. Holly, mamma; mamma, Holly.
Vai, Matt, fotti il mafioso, inchiappettalo.
Puoi giurarci, Holly. -

La stanza era il rifugio dei tre mafiosi, ma Billi era già a terra.
Rantolava accanto all'orecchio di Matt, l'occhio vitreo.
Anche Matt rantolava.
Anche il suo occhio vitreo.
Quello che riusciva ad aprire.

- puoi scommetterci, mamma -
- tutto quello che vuoi -

Strisciava appena sotto i proiettili

- il cobra non èèèèèè un serpente -

Fuori dalla stanza una squadra di uomini in nero teneva testa al fuoco dei criminali.

"Tanti saluti da Holly, stronzo."
"YEAAARRGH!"

Simeone si alzò urlando con una siringa conficcata nella gamba.
Un proiettile gli trapassò la spalla, e lui cadde a terra.
Frankie provava la sensazione di un buco in fronte. Si alzo di scatto in piedi e provò anche la sensazione di una generosa sventagliata in pancia.
Poi più niente.
Poi ancora qualcosa.
"Simeone è vivo, come sta l'avvocato?"
"Grave, capo."
"Portatelo su per primo; quanto ci fai che se la cava?
"Portateli via"
"Subito, signore!"
"Morra?"
"Si, signore!"
"Bruciate quella foto!"
Un sorriso.
"Certo signore!"
"MIAAAOOO"
"Ma che cazzo ci fa un gatto in un ospedale?"
Poi... veramente più nulla.

"Ma allora è vero che dagli avvocati non ci si libererà mai!"
"Al Pacino!"
"Come va ragazzo?"
"Un occhio è andato, e avrò bisogno di un buon dentista.
"Ma sono ancora vivo, e non è poco."
"E hai ancora un lavoro."
"No, non ci giurerei.
"Non so quanti clienti possa trovare un avvocato guercio e incasinatore di mafiosi e giudici.
"In Italia."
- risate, grasse e godute -
"Puoi sempre fare domanda in polizia!
"Sei uno tosto!"
"Uno sbirro 'tosto'?
"Neanche per idea.
"Pensavo, invece, ad una vacanza in Messico.
"Ci pensavo già da qualche tempo."
"Interessante; e poi adesso hai un nuovo amico."
"Già."
"MIAAAAOOOO"



Concezione e realizzazione: Matteo Scarabelli. Un sentito ringraziamento a Blind Ben per lo splendido titolo.

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