di Lorenzo Bartoli (concept e testi), Roberto Recchioni (testi e disegni),
L. Rossi, F. Spinelli, M. Leonardo, A. di Paolo, S. Piccoli, C. Cucina (disegni)
"I Giganti dell'Avventura" n. 37 - Eura Editoriale

Infilate due specchi in un tubo di cartone, riempite il tutto di pagliuzze e sassolini colorati, e vedrete fiori e ghirlande e meraviglie di colorata simmetria. Ora, gentilmente, togliete sassolini e pagliuzze, e al loro posto mettete Napoli e una manciata di decenni futuribili, e guardate.

La simmetria, nonostante gli specchi, va a farsi benedire - non c'è spazio per angeliche ordinatissime perfezioni, qui. Resta un microcosmo di sfaccettature e di angoli impossibili, di piccoli pezzi di realtà visti da uno specchio che riflette uno specchio - e i due secoli di distanza che separano la nostra Napoli da questa Napoli vanno e vengono, si mostrano e scompaiono. È ancora un caleidoscopio, un oggetto per "guardare belle immagini"; un po' diverso dal solito, se vogliamo.

Chi non avesse avuto la fortuna o la costanza di essere un assiduo frequentatore dei settimanali Eura può finalmente gustare, in grande formato ed edizione (relativamente) economica, questa deliziosa miniserie ideata dal "veterano" Lorenzo Bartoli e portata avanti con la collaborazione di Roberto Recchioni e di un variegato cast di disegnatori. A dire la verità, un termine come "miniserie" va stretto di parecchie misure ad un'opera come Napoli Ground Zero: si tratta piuttosto di una composizione a mosaico di piccoli e grandi archi narrativi, ciascuno raccolto attorno ad un personaggio, un ambiente, un'idea, e unito a tutti gli altri da un'atmosfera di nobile declino e fiera decadenza, fino a formare un ritratto in chiaroscuro di un futuro fin troppo presente. Le storie di Napoli Ground Zero, lungi dall'intrecciarsi, scorrono l'una accanto all'altra lambendosi appena, senza tuttavia dare l'impressione di essere altro che parti di un tutto ben riconoscibile.

Il volume si apre, tra un occhiolino a King e un inchino a Crichton, con l'entrata in scena di Piombo, sceriffo animatronico in un improbabile eppure probabilissimo "Far South" a base di marescia' corrotti e scopone scientifico; il tratto di Luca Rossi ci trascina subito nella Nuova Napoli del 2205, dipingendo quasi a graffi e coltellate la tetra violenza del quartiere e dei suoi abitanti.

Seguono, in netto contrasto grafico, le avventure di Asia, vendicatrice dei deboli e Cybersix della buona cucina (e se non sapete chi è Cybersix avete una possibilità per rimediare); il pennino (e a tratti la penna) è nelle mani di Roberto Recchioni, che sperimenta con successo uno stile nipponico aderentissimo al genere, fino al nudo da bagno gratuito (mille scuse, RRobe, è la dura legge del mercato... ^___^ / NdA), seguendo e coadiuvando una narrazione che passa con disinvoltura dal semiparodistico all'introspezione psicologica, all'azione pura e semplice, alla narrazione a doppio binario.

Un nuovo, violento stacco grafico ci porta in mezzo alla Spazzatura e ai diseredati che ne vivono e prosperano, avversati da un'implacabile autorità costituita che li considera ne più ne meno che un'infestazione di parassiti, solo un po' più grandi delle arvicore; I disegni di Massimo Leonardo scavano fuori la crudezza di ogni dettaglio e illuminano la discarica di un bianco-su-nero quasi Milleriano.

Esauriti i lunghi archi narrativi, il volume prosegue con le microstorie in uno o due capitoli: l'umoristico G.E.C. & Jeko, storia di picchiatori da usura e di truffe e controtruffe illustrata da Fabrizio Spinelli; i due capitoli di Banco Lotto in cui Cristiano Cucina presta il suo tratto bifronte (sporco ricco di dettaglio da un lato, semplice e pulito dall'altro) ad uno dei temi portanti delle opere di Bartoli, lo sdoppiamento onirico e il viaggio nella mente altrui; l'esilarante Plastica, un Roger Rabbit dal finale crudo affidato al tratto tondeggiante di Alessandro di Paolo; infine, dolceamara, la conclusione del viaggio con Stella, azione alla John Woo tutta al femminile sottolineata dal tratto caratteristico e pulito di Stefano Piccoli.

Una sola nota dolente: la veste editoriale. Che la collana I Giganti dell'Avventura sia in formato tutt'altro che lussuoso lo si sa, e lo si accetta (anche perché questo consente un'accessibilità di prezzo non indifferente); altro discorso vale per la presentazione e la cura dell'opera, che viene gettata letteralmente in faccia al lettore senza un indice, senza una precisa attribuzione dei crediti di sceneggiatura e disegno, e presentata da un cappello introduttivo tolto di peso dalla prima comparsa sulle pagine di Skorpio, quindi datato ed inesatto (il contributo di Bertelé, a titolo O' Malamente, manca da questa raccolta). Continuiamo, forse a torto, a credere che la cura destinata ad un proprio prodotto editoriale debba essere al di sopra del "minimo sindacale": il rischio in caso contrario è quello di alienarsi, pian piano, le simpatie dei lettori o (peggio ancora) degli autori.

Nel complesso un'opera più che meritoria, cui speriamo faccia seguito una maggiore attenzione, di pubblico e di editoria, verso il fumetto d'autore nostrano, troppo spesso svalutato e sottovalutato, costretto all'ombra di seriali da alta tiratura la cui qualità non sempre (di recente, quasi mai) raggiunge livelli pregevoli. A questo proposito attendiamo con impazienza il prossimo progetto di Bartoli e Recchioni, John Doe, in arrivo con il giugno 2003, su cui vi terremo (naturalmente) aggiornati.

recensione di Matteo "Abe Zapruder" Scarabelli

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