Alle Donne del Futuro
Piace Lungo, Grosso e Duro

C'è qualcuno che si lamenta del proliferare di seni e glutei verniciati di spandex in pose porno-soft nei comics, delle frequenti pause-doccia delle eroine Bonelliane, delle finto-ritrose lolite pettorute che spuntano come funghi tra i manga. C'è qualcun altro che, dopotutto, non vede tutti 'sti motivi di lamentarsi - oh, be', forse il fatto che sbavare sui fumetti rovina la carta, questo sì.

Poi c'è qualcuno che, arrischiando le cifre astronomiche tipiche dei prodotti d'autore, si ritrova a sfogliare la serie Druuna.

A scanso di equivoci, mettiamo subito in chiaro una cosa: Paolo Eleuteri Serpieri è un autore di splendide storie western, e un disegnatore eccelso nel bianco-e-nero e inarrivabile nel colore. E` anche un bravo autore di fantascienza, quando vuole. Recentemente, ad esempio, ha sfornato un settimo capitolo della saga di Druuna che, seppure con uno svolgimento un po' più sfumato e meno ricco, sembra ritornare ai fasti del primo Morbus Gravis.

Ma vediamo un attimo quello che è successo prima...

Serpieri crea Druuna, Schastar e il loro mondo, ammorbato da mutazioni della carne e della psiche degne di Cronenberg, nell'ormai lontano 1985. Il fumetto, Morbus Gravis, è una storia di erotismo e fantascienza che sa un po' di From Beyond e un po' di La Cosa, con il pregio di avere una protagonista da infarto - Druuna, appunto.

Negli anni successivi la storia si elabora e si complica, e Druuna si rivela intenzionata a prendere di mano la penna all'autore (non è un eufemismo, che andate a pensare?). Lo svolgimento della trama comincia a diventare abbastanza importante, poco importante, non necessario. Nel contempo, il delirio fantaerotico prende le vie più strane e inimmaginate. Prima di rendersi conto di essere arrivato al puro porno e mettersi finalmente a pubblicare proprio quello (i due Druuna X e Profumo di Donna), Serpieri è arrivato ad un incomprensibile sesto capitolo stampato praticamente solo in color carne.

Per farvene un'idea dovreste comprarvi i primi sei volumi. A quindici Euro ciascuno, fa una bella mazzata. Ragion per cui vi offriamo un'accurata analisi, numeri alla mano (e non solo quelli), del declino di Druuna (nonché notizie incoraggianti sul suo recupero, e Dio o Chi per Lui ci conservi Serpieri sano e forte per altri quarant'anni almeno).

Legenda:

Trama: tavole dedicate allo svolgimento della trama.
Sogno: tavole dedicate a seguenze oniriche spesso piene di praterie e nuraghe interplanetari.
Mambo: tavole dedicate al "mambo orizzontale".
Classico: parte delle tavole-mambo dedicata al buon vecchio su-e-giù come usava una volta, per quanto acrobatico.
Insolito: parte delle tavole-mambo dedicata a "variazioni" più o meno contronatura.
Improbabile: parte delle tavole-mambo dedicata a reati penali e incubi organici.

Volume Trama Sogno Mambo Classico Insolito Improbabile
Vol. I
Morbus Gravis
(1986)
54
(87%)
3
(5%)
5
(8%)
2
(40%)
2
(40%)
1
(20%)
Vol. II
Druuna
(rist. come Druuna: Delta)
(1987)
48
(78%)
7
(11%)
7
(11%)
5
(71%)
2
(29%)
0
(0%)
Vol. III
Créatura
(1990)
39
(65%)
13
(22%)
8
(13%)
5
(63%)
1
(12%)
2
(25%)
Vol. IV
Carnivora
(1992)
36
(62%)
11
(19%)
11
(19%)
1
(9%)
9
(82%)
1
(9%)
Vol. V
Mandragora
(1995)
35
(63%)
vedi nota 1
8
(14%)
13
(23%)
4
(31%)
6
(46%)
3
(23%)
Vol. VI
Aphrodisia
(1997)
40
(77%)
vedi nota 2
12
(23%)
3
(25%)
8
(67%)
1
(8%)
Vol. VII
Il Pianeta Dimenticato
(2000)
55
(92%)
0
(0%)
5
(8%)
3
(60%)
2
(40%)
0
(0%)

Nota 1: da un certo punto in poi la trama si svolge sul piano onirico - il tutto è stato semplicemente conteggiato come "trama".

Nota 2: sfido chiunque (anche lei, dottor Serpieri) a distinguere allucinazione e realtà in questo albo.

Mi pare che i numeri parlino da soli: già dal terzo episodio Druuna salta da un amplesso all'altro come un canguro, diversificando i propri interessi e propendendo verso situazioni che sembrano gli incubi di un masochista. Inoltre si infittisce il ricorso ai "viaggi" nella Piana dei Nuraghe di Zeta Reticuli, dove balloon larghi una spanna ci inondano di dissertazioni filosofiche presentate dal morto vivente di turno. Non è, forse, un caso che proprio dal terzo episodio lo stesso Serpieri infili un suo saccente alter ego nel cast.

Purtroppo per il gusto di questa rubrica (che vorrebbe favorire il telematico linciaggio), e per fortuna dei lettori, leggendo i dati reativi al settimo volume appare chiaro quanto il Baffo Moretti del fumetto italiano sembri essere arrivato alla felice distinzione fra il pornoerotico estremo (che pure continua a produrre) e la serie di Druuna (che torna alla fantascienza cronenberghiana di una volta). Un po' come John Nash, insomma.

Commento: Matteo "Abe Zapruder" Scarabelli

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