di Simone Bazzanella (testi), Federico Giretti (disegni)
Digital WhatIf Comics

Fiera di Lucca, 2002. Tra un cumulo di robottoni giapponesi di importazione e una valanga di ingialliti Mickey Mouse degli anni Trenta, un piccolo stand propone un piccolo fumetto. Autoproduzione - miniera di sorprese. Il budget è ristretto, le proposte sono tante. Il Vostro Affezionatissimo è costretto a scremare.

[Abe Z.]: Dammi un motivo per recensire questo fumetto.

[Simo Bazzanella]: Be', intanto questo fumetto non è una serie nel senso che ha un protagonista solo: sono dei capitoli dove magari una comparsa del primo è protagonista del secondo, o mette in moto gli eventi del quarto...

Trama non lineare, convergenza di strutture complesse. Il Vostro Affezionatissimo, per qualche istante, è nel paradiso dei porcellini.

[Abe Z.]: Basta così. Passami una copia.

Giuro che è andata così - non la sto romanzando neanche un filino.

È un fumetto affascinante, come concetto. Il concetto su cui si fonda What_If è l'irrilevanza del protagonista - o meglio, l'eguale rilevanza di qualsiasi altra persona o cosa rispetto al protagonista. Un fondamento mutuato dalla matematica del caos... o più semplicemente e verosimilmente, da uno sguardo meno romantico ed eroico alla vita reale. Anche all'interno della singola storia la linearità è bizzarra, a tratti assente. Voli pindarici, sogni ad occhi aperti, realtà possibili si affiancano, vignetta a vignetta.

Il problema, avendo a che fare con concetti di fondo validi ed interessanti, è mantenerli validi ed interessanti anche nell'esecuzione. E What_If riesce a mantenere il ritmo, la freschezza e l'immediatezza necessari... quasi sempre.

Soggetto e sceneggiatura, del già citato Simone Bazzanella, alternano innegabili pregi a piccole lacune. L'ambiente è una sorta di gradevole "spaghetti-cyberpunk", e la storia è quella di una piccola truffa a più livelli ai danni di uno hacker geneticamente... inusuale (stuzzicandovi la curiosità, potrei dirvi che è un po' come il Buono, il Brutto e il Cattivo arrotolati insieme), il tutto condito da scene d'azione e peripezie alla Bruce Willis, umorismo incluso. L'originalità, nonostante qualche bonelliana strizzata d'occhio a questa o quella icona pop, c'è tutta.

Quello che a volte sembra arrancare è il ritmo, specie a livello di didascalie e monologhi. What_If si impiglia ogni tanto in una verbosità più adatta a trame più riflessive e introspettive, che alle scazzottate e pistolettate tra un chip e un gigabyte. Tra il fluire di giri di parole e una non chiarissima distinzione tra realtà e immaginazione la sceneggiatura passa, a tratti, oltre la linea che separa la complessità dalla confusione.

Anche il disegno di Federico Giretti, coadiuvato ai colori da Davide Gianfelice alterna pregi e punti dolenti: da una parte il tratto risulta espressivo e dinamico, dall'altra incostante nelle anatomie e in certi svoli prospettici. La colorizzazione al computer è invece molto ben curata, specie in situazioni in cui il gioco delle luci diventa parte preponderante dell'ambientazione o dello svolgimento della scena (di particolare effetto il "covo" dello hacker e il seguente volo dalla finestra).

Nel complesso, What_If resta comunque una piacevole lettura, e gli autori hanno tutto il tempo del mondo per farsi le ossa e limare gli spigoli del loro stile. Sicuramente vale la pena acquistarlo (il prezzo non è terrificante, e anche la qualità della stampa e della carta è sopra la media), e di provare a seguirne gli sviluppi. Anche perché, stando a quanto detto, il meglio deve ancora arrivare...

recensione di Matteo "Abe Zapruder" Scarabelli

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