di Grant Morrison (testi) e Frank Quitely (disegni)
New X-Men #114-116

Premessa: per me gli x-men sono morti con il numero 3 di X-men, l'ultimo della prima gestione Claremont.

Da quel momento in poi alle serie mutanti si sono alternati presunti geni del disegno come Jim Lee, e veri e propri incapaci della sceneggiatura, su tutti i due "cani supremi" Nicieza e Lodbell: gente che ha mietuto più vittime fra i mutanti di Apocalisse e Marauder messi insieme. Chi come me é cresciuto leggendo gli X-men di Claremont sa bene di cosa sto parlando.

È con un pizzico di diffidenza che quindi mi sono apprestato alla lettura di questi albi in lingua originale, spinto dal calibro degli autori quali Grant Morrison e Frank Quitely, ben conscio che anche i migliori possono sbagliare (come è successo ad Alan Moore, che per racimolare qualche soldo in tempi di magra ha scritto alcune delle pagine più insulse della storia del fumetto contribuendo a quel tristo personaggio che è Spawn).


Che bello vedere che per una volta il cinismo mi ha dato torto visto che, a parere di chi scrive, ci si trova di fronte a una pietra miliare non solo per quanto riguarda gli X-men, ma tutto il fumetto!


Morrison stupisce fin dalle prime pagine con notevoli trovate e idee che, come aveva promesso nelle interviste prima della pubblicazione di queste storie, lanciano gli X-Men nel terzo millennio; trovate rese graficamente in maniera superba da Quietly che dopo Authority si conferma fra gli artisti più promettenti degli ultimi anni.


Il suo stile ha reminiscenze milleriane del periodo Elektra Lives Again, ma non è uno sterile clone come molti suoi blasonati colleghi; per il resto, ha doti nella resa di personaggi e nello storytelling assolutamente fuori dal comune (si sarà capito che attualmente é il mio disegnatore preferito?). Morrison, dopo essersi diviso per lungo tempo fra il suo "opus magnum" The Invisibles e la restituzione di una giusta fama alla JLA, torna a stupirci come solo a lui riesce a fare.

Finalmente, dopo anni, in una serie mutante si vedono caratterizzazioni realistiche e non solo degli imbecilli ultramuscolosi che non fanno altro che darsela di santa ragione con i loro simili senza motivo apparente (fra l'altro Morrison rende simpatico quello che per me è sempre stato il più odioso degli X-Men, Ciclope; impresa che consideravo improbabile se non impossibile per qualsiasi autore). Sembra quasi che Morrison conosca meglio di chiunque altro i mutanti presenti in questa serie; viene quasi da chiedersi come questo sia possibile visto che è la prima volta che lo scrittore si confronta con gli X-Men.

Alas, poor Yorick! I knew him well...Visto come ha saputo gestire i Fantastici Quattro, altro gruppo di personaggi a cui mai aveva messo mano, non mi resta che affermare che Morrison può essere tranquillamente definito un genio e che se non comprate questi albi in italiano, o in originale, per qualche preconcetto dovuto all'autore o ai personaggi, vi perderete uno dei fumetti che diverranno pietra di paragone per le future generazioni di autori.

recensione di Domenico "Snow" Viola

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