Premessa
Freccia Nera, abbandonato dai propri sudditi (come narrato sulla miniserie degli Inumani pubblicata su Wiz nel 2001), decide di cercare asilo sulla Terra, assieme agli altri membri della famiglia reale. Ma una crescente ondata di xenofobia, unita ad un non certo disinteressato coinvolgimento da parte del Dottor Destino, complicheranno decisamente le premesse di una serena permanenza degli Inumani sul nostro pianeta.

La Storia
Con questa saga in quattro capitoli, Carlos Pacheco prende commiato dai lettori dei Fantastici Quattro, dopo un gestione di un paio di anni che, per tanti versi, ha disatteso le aspettative. L'autore spagnolo, assolutamente eccelso sul fronte matite, non ha però sfornato sceneggiature dello stesso livello, né sono serviti a molto i vari ausili da lui avuti sul fronte testi da Loeb e Kesel, che si sono avvicendati nei vari mesi. E' decisamente difficile realizzare buone storie con i Fantastici Quattro, personaggi estremamente longevi sui quali gravano più di quarant'anni di continuity e che hanno visto coincidere il loro periodo migliore con quello iniziale: quello della premiata ditta Lee-Kirby, che diventa irrimediabilmente una scomoda pietra di paragone per tutti quelli che si cimentano con la testata del fantastico quartetto. Non è da tutti saper mescolare epopee cosmiche con quotidianità familiari, ma è questo l'elemento di fascino che sostiene da tanti anni questi straordinari personaggi e che ben pochi (forse il solo Byrne) sono riuscito a catturare. I chiari tentativi di Pacheco di rifarsi alla tradizione, sono sì stati apprezzabili ma decisamente inutili: i suoi Fantastici Quattro restano una brutta copia degli originali e anche sul versante dei soggetti/sceneggiature non si è potuto gridare al miracolo. Le cose sono decisamente andate meglio con quest'ultima saga, che ha avuto numerosi pregi, non ultimo quello di aver puntato i riflettori sulla famiglia degli Inumani, personaggi assolutamente affascinanti ma non di grande richiamo. La trama principale della saga si svolge su due piani temporali diversi, con il primo ambientato nel passato e i cui eventi servono a giustificare gli accadimenti del secondo. Il ritmo della narrazione si mantiene alto, scandito da avvenimenti di un certo rilievo che si susseguono incalzanti: l'arrivo degli Inumani, la cospirazione degli Sconosciuti, l'arresto della Cosa, la plateale entrata in scena del Dottor Destino e le complicazioni mediche per l'imminente parto della Donna Invisibile.
E' proprio la sopraccitata entrata in scena del monarca di Latveria che alza notevolmente la qualità della storia: poche collane a fumetti possono disporre di un villain del livello del Dottor Destino, personaggio così complesso e carismatico da poter sostenere da solo il peso di una storia intera.
L'approccio che Pacheco ha verso Victor Von Doom è giustamente conservativo, in accordo con la tradizione: non un volgare criminale incline alla violenza, ma un raffinato stratega e un machiavellico diplomatico. Non deve stupire che egli accorra al capezzale della Donna Invisibile per aiutarla nel parto: quale più grande vittoria per il suo ipertrofico ego quella di aver trionfato dove persino il brillante Reed Richards in passato aveva fallito?
La nascita della piccola Valeria mette la parola fine ad un lunghissima sottotrama iniziata con Byrne e proseguita poi da DeFalco e dal caotico Claremont e si rivela immediatamente come un ottimo punto di partenza per gli sceneggiatori che prenderanno le redini della testata del quartetto.