![]() di F. Bartoli (testi), M. Carnevale (disegni) |
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"E` difficile da spiegare... in un certo senso è come assistere ad un film, quasi sempre di genere drammatico".
Bartoli e Carnevale, già apprezzati per l’onirica, inquietante fantascienza di Uomini e Topi, dipingono con sei brevi tratti la tragedia privata di uno spettatore privilegiato del terribile e meraviglioso spettacolo dell’esistenza umana, un uomo che ha vissute troppe vite per poterne avere una sua. La prosa di Bartoli rende con estrema efficacia la scansione frenetica delle "visioni" di Eric, cogliendo istanti, concetti, impressioni e riducendoli a enunciati minimi, sintagmi isolati, monoverbi. Il soggetto, la cornice narrativa, sono accennati quel tanto che basta per lasciare che sia il lettore a scivolare nel luogo, nel tempo e nell’atmosfera della narrazione. Non meno determinante, decisivo anzi, è il contributo delle superlative tavole di Carnevale, abilissimo nel cambiare faccia a seconda di come la storia lo richieda pur rimanendo sempre se stesso: un vero artista della narrativa disegnata, complementare a Bartoli come un qualsiasi McKean a un qualsiasi Gaiman. "Il Dono di Eric" è una storia antica e sempre nuova: un uomo e la sua ossessione, il suo dono, la sua condanna, la sua vita. Una storia con troppi finali, ma con un solo significato. "[...] il mondo non è un gran bel posto per nascere. Ma è un meraviglioso campo di battaglia. Questo è sicuro". recensione di Matteo "Abe Zapruder" Scarabelli |
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