da Robert E. Howard
di Roy Thomas (testi) e Barry Windsor-Smith (disegni)

Conan non è uno dei personaggi cardine del cosmo-Marvel, inteso come universo coerente riferito ad un'unica continuity (anche se, un po' forzatamente, il personaggio ed i suoi comprimari hanno incontrato sporadicamente eroi Marvel "d.o.c.", in qualche What If...? o in improbabili paradossi temporali). Non si tratta neppure di un personaggio "usa e getta", di quelli che hanno segnato le vicende della Casa delle Idee per una o due stagioni al massimo. Non si tratta, infine, di un personaggio nato dalla fervida fantasia di Stan Lee o di uno dei suoi successori. Eppure Conan ha rappresentato una pagina fondamentale della storia della Marvel, riuscendo a diventare il primo dei suoi personaggi ad acquisire una dimensione "multimediale" (nato dai racconti di Howard, la sua storia è proseguita nei fumetti, al cinema e sui cartoni animati). Soprattutto, per la Marvel è stato uno dei personaggi più originali (non appaia forzata questa affermazione: torneremo fra poco sull'originalità del Conan fumettistico), nonché una delle sue iniziative editoriali più coraggiose.

Un'introduzione, quella che avete letto sopra, in cui ho forse messo troppa carne al fuoco. Vediamo dunque di mettere un po' d'ordine in questo intervento, a cominciare dal punto di vista cronologico. Partiamo dunque... Dal 1906!, quando nasce in Texas Robert Ervin Howard, vero padre del nostro eroe, nonché autore-simbolo del genere fantasy. Secondo la sua biografia Howard è un tipo introverso, genialoide, lunatico quanto basta per coltivare fin da piccolo certe passioni in forma maniacale e - forse - morbosa: la passione per la letteratura e per la storia lo porteranno a scrivere i primi racconti già a 15 anni, racconti che tenderanno sempre più al fantastico e (se proprio vi piacciono le etichette) all'horror. Alla fantasia di Howard dobbiamo la creazione di alcuni personaggi che la Marvel (quando nei primi anni '70 decise di sfruttare il filone fantasy parallelamente a quello già consolidato dei supereroi) saccheggiò a mani basse, tra cui Kull di Valusia e, soprattutto, Conan il Cimmero. Howard terminerà la sua tormentata esistenza suicidandosi a soli trent'anni, condannando così il proprio nome al destino dei "miti di nicchia". Infatti, con l'affermarsi della letteratura-fantasy come genere con un proprio target di lettori (forse non vastissimo, ma sicuramente solido e duraturo nel tempo), le opere di Howard (anche quelle rimaste incomplete per la prematura scomparsa dell'autore) vedranno la luce e raccoglieranno un notevole successo.

Conan vive la sua vita e le sue avventure in un'epoca fittizia chiamata Era Hyboriana, fatta di maghi misteriosi e di città in cui si fondono civiltà inaspettate, orrori e decadenza, un'epoca impregnata di mostri, demoni e incantesimi, che possiamo posizionare (sempre in modo fittizio) fra l'inabissarsi di Atlantide e la nascita delle prime civiltà. La terra è divisa in vari regni, fra i quali Koth, Zamora, Stygia, Turan, Aquilonia, tanto per citarne alcuni. A nord si trovano le terre occupate dalle popolazioni barbariche, fra cui i Cimmeri, di cui Conan fa parte. Conan è personaggio complesso, emblema dei lati più istintivi dell'uomo (nobili e meno nobili). Vagabondo, ladro, in amicizia leale fino a rasentare l'ingenuità, troppo sensibile al fascino di osterie e belle donne (vizi che gli fanno sovente sperperare i frutti dei suoi audaci furti), irriverente verso gli dei degli altri popoli e ben poco assistito dal proprio (lui venera Crom, il dio dei Cimmeri, lontano e poco disponibile ad influenzare la vita degli uomini o ad ascoltarne le invocazioni), Conan non era certo un personaggio tipico per la Casa delle Idee, e questo al di là dell'epoca in cui si svolgono le sue avventure o della mancanza di una variopinta calzamaglia colorata. Insomma (e questa affermazione, lo dico subito, non appaia una bestemmia) la storia del Conan "made in Marvel" ricorda più certe serie Vertigo che non quella canonica delle testate marvel. Il personaggio fuori dagli schemi, come pure l'ambientazione delle storie, l'assoluta libertà che fu data all'autore dei testi e al disegnatore, una certa spregiudicatezza nel rappresentare scene di sesso o di violenza (in relazione alle altre uscite di pari epoca della Casa delle idee) sono tutti elementi che segnarono questa iniziativa, contribuendo a bollarla come un'assoluta novità.

Le prime storie furono affidate a Roy Thomas, che non fu solo il primo, ma anche il più grande degli autori che hanno segnato la vita del barbaro, dimostrando una mostruosa predisposizione all'adattamento delle storie di R. E. Howard (anche di quelle non espressamente dedicate al Cimmero) alla forma espressiva dei comics. Ai disegni il grandissimo Barry Windsor-Smith, uno dei talenti cui si deve l'evoluzione grafica dei comics negli anni '70, che proprio con Conan ebbe la prima vera occasione per sfondare con il grande pubblico. Successivamente il personaggio fu affidato alle cure di un altro grandissimo dell'epoca: John Buscema. Il barbaro di Buscema fu sicuramente meno innovativo, ma sempre di altissima qualità grafica, e bisogna riconoscere che nell'immaginario popolare la caratterizzazione fisica del personaggio (anche grazie ai due film con Schwartzenegger) è più vicina all'interpretazione data da Buscema che non a quella originale di Windsor-Smith.

Concludendo alcuni cenni sulle serie dedicate al Cimmero e alla sua storia editoriale italiana. Come ormai saprete non amo dilungarmi in lunghe e dettagliate cronologie, che potete trovare altrove, fatte molto meglio di quanto farei io. E poi la cronologia di una serie come Conan, che in Italia ha visto zigzagare le proprie storie fra testate, editori, e formati diversissimi, potrebbe occupare da sola un intero articolo. Vi bastino dunque pochi riferimenti ed alcuni consigli.

La collana storica e "portante" del Conan fumettistico è Conan the Barbarian, negli USA chiusa con il n. 275. Assolutamente imperdibili sono i primi 24 episodi, disegnati da Barry Smith (tranne due episodi di Gil Kane), tutti pubblicati sulla mitica collana Gli Albi dei Super Eroi dell'editoriale Corno. L'unica ristampa che a me risulta è quella fatta dalla Comic Art sui 4 volumetti Conan Saga nel 1993 (il formato era un po' infelice, ma l'iniziativa fu sicuramente pregevole). Con la chiusura degli ASE, la Corno inaugurò Conan e Ka Zar, proseguendo con le avventure tratte da Conan the Barbarian e cominciando la pubblicazione di The Savage Sword of Conan. La testata chiude con il n. 44. Nella seconda metà degli anni '80 la Comic Art prende in consegna le sorti italiane del Cimmero, pubblicando La Spada Selvaggia di Conan e Conan il Barbaro. Con l'avvento della Marvel Italia le due collane proseguono la pubblicazione, anche se con formati differenti ed alterne fortune. Negli USA i tempi sono cambiati, le testate fantasy non "tirano" più, e la proposta in Italia di Conan the Adventurer, conclusa negli USA con il n. 14 è un po' il canto del cigno del Barbaro. A parte qualche sporadica iniziativa (per lo più miniserie) il Barbaro finisce in soffitta, battuto dal cambiamento dei tempi e stritolato dalla crisi di vendite che attanaglia i comics negli USA.

Un'ultima indicazione, sempre a proposito dei "bei vecchi tempi andati": assolutamente imperdibile è la saga Red Nails, sempre by Thomas e Smith, negli USA uscito su Savage Tales nn. 2 e 3, e in Italia pubblicato su Conan e Ka Zar nn. 29 e 30, e ristampata sullo speciale della Comic Art Chiodi Rossi.

recensione di Francesco "MiticoBaro" Barilli

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